Lunedì 19 novembre è stata inaugurata la mostra “Cara Italia, al fin ti miro” dedicata al compositore Gioacchino Rossini, in occasione del 150° anniversario della sua morte presso il Teatro dell’Opera di Sofia. Organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Sofia e parte integrante del programma generale della III Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, l’interessante esposizione di bozzetti, figurini e costumi, che ripercorre tutte le tappe salienti della produzione rossiniana, evidenziando anche l’importanza che la buona cucina rivestiva nella vita del compositore italiano, sarà visitabile fino al 6 dicembre 2018.
Il titolo della mostra non è altro che l’inizio della cavatina di Selim, uno dei personaggi principali della famosissima opera di Rossini, Il Turco in Italia. Superfluo ribadire l’importanza ed il peso delle composizioni rossiniane nella storia dell’opera lirica italiana ma è fondamentale, invece, offrire ad un pubblico internazionale la possibilità di vedere come Rossini sia stato interpretato e proposto, soprattutto durante il secolo scorso. Per il Teatro dell’Opera concorre un ulteriore motivo, e cioè che la sua inaugurazione (27 novembre 1880) fu contrassegnata dalla rappresentazione dell’opera Semiramide, appunto di Gioachino Rossini.
Durante l’ultracentenaria attività artistica del Teatro Capitolino, il repertorio rossiniano è stato largamente e ripetutamente eseguito, sotto la direzione di illustri Direttori d’Orchestra, quali Gino Marinuzzi, Tullio Serafin, Vittorio Gui, Franco Capuana, Alberto Zedda ed interpretato dai maggiori cantanti lirici italiani e stranieri, come ad esempio Beniamino Gigli, Gino Bechi, Giacomo Lauri Volpi, Tito Schipa, Gianna Pederzini, Tito Gobbi, Giulio Neri, Renata Tebaldi, Sesto Bruscantini, Giulietta Simionato, Boris Christoff, Anna Moffo, Luigi Alva, Giuseppe Taddei, Marcella Pobbe, Virginia Zeani, Teresa Berganza, solo per citarne alcuni. Tra le edizioni più di rilievo, vanno ricordate: nella stagione 1963-64 l’Otello con le scene e i costumi di Giorgio De Chirico e nella stagione 1964-65 Il Barbiere di Siviglia diretto Carlo Maria Giulini e con la regia di Eduardo De Filippo.
Il Maestro Tullio Serafin, inoltre, nel 1942 in occasione del 150° anniversario della nascita, promosse un ciclo di opere del compositore pesarese. In quest’ottica il Teatro dell’Opera di Roma, attraverso il proprio Archivio Storico, ha ideato una mostra che ripercorre, utilizzando documenti iconografici (bozzetti e figurini), costumi e contestuali supporti audio, le tappe salienti della sua vasta produzione e allestimento di opere rossiniane.
Saranno esposti i bozzetti e i figurini originali realizzati da insigni artisti figurativi come Giorgio De Chirico e dai maggiori esponenti dell’arte scenografica e costumistica italiana quali Pierluigi Pizzi, Cipriano Efisio Oppo, Filippo Sanjust, Camillo Parravicini, Giovanni Grandi, Veniero Colasanti, Beni Montresor, Mario Pompei, Alfredo Furiga ed altri. Di particolare fascino la sezione dedicata allo spettacolo di balletto Le roi de gourmets (divertimento coreografico di Cesare Brero su musiche di Rossini) del 1965 i cui bozzetti, figurini e costumi realizzati da Lila De Nobili, vogliono essere un omaggio alla conclamata passione di Rossini per la buona tavola, infatti i personaggi interpretati dai ballerini, non sono altro che “prelibate pietanze”: la donna tacchino, la donna arrosto, i gamberi, i dolci, le patatine ecc.
L’esposizione è arricchita inoltre un documento autentico di notevole pregio, ossia il primo tomo della prima partitura originale a stampa del Barbiere di Siviglia del 1825.
Fonte: Ambasciata d’Italia a Sofia